lunedì 19 novembre 2012

RENI E CAPACITA' COGNITIVE

Di seguito pubblichiamo un articolo pubblicato sulla Stampa . Viene presentata come una scoperta scientifica cio' che la medicina energetica spiega da circa 3000 anni. Meglio tardi che mai. Il declino cognitivo potrebbe essere correlato a una preesistente condizione renale, come una riduzione della funzionalità Una ridotta funzionalità renale è stata associata una diminuzione delle funzioni cognitive, la capacità di ragionamento e la memoria. Lo studio Tra i vari fattori che possono concorrere alla diminuzione delle funzioni cognitive e portare alla demenza, secondo un nuovo studio potrebbe anche esserci una ridotta funzionalità renale. Questo fattore influirebbe in particolare sulle funzioni generali, sulla capacità di ragionamento astratto e la memoria verbale. Ad aver trovato una correlazione tra le funzioni dei reni e quelle cognitive è un nuovo studio condotto da un team di ricercatori statunitensi della Temple University di Philadelphia, l’Università del Maine e l’Università del Maryland, i quali hanno analizzato i dati longitudinali relativi a 590 soggetti per valutare gli eventuali cambiamenti nelle funzioni renali, e se questi potevano essere associati ad altrettanti cambiamenti nelle funzioni cognitive. L’analisi prevedeva la valutazione sia delle funzioni cognitive generali che più precise abilità. I primi risultati hanno da subito mostrato come una riduzione della funzionalità dei reni fosse associata a una parallela riduzione delle funzioni cognitive, con particolare interessamento della memoria verbale e la capacità di ragionamento astratto. «Il cervello e i reni sono due organi interessati dal sistema cardiovascolare – spiega nella nota Temple il professor Adam Davey, autore principale dello studio – Entrambi sono interessati da fattori come la pressione sanguigna e l’ipertensione, quindi è naturale aspettarsi che i cambiamenti in un organo possano essere collegati con i cambiamenti in un altro». Poiché la funzione renale si riduce con l’avanzare dell’età, questo fenomeno potrebbe anche spiegare perché spesso il declino delle funzioni cognitive si presenta proprio con l’avanzare dell’età. I ricercatori sottolineano che in quest’ottica divengono di fondamentale importanza la diagnosi e la gestione delle malattie renali, in particolare quelle croniche, perché questo può influire sul rischio di demenza. «A mano a mano che invecchiamo, la nostra funzione renale tende a diminuire naturalmente – prosegue Davey – quindi se c’è un problema in più coinvolto nella funzione renale come la malattia renale cronica, abbiamo bisogno di saperlo il più presto possibile. Questo è un qualcosa che deve essere gestito, proprio come si farebbe per il trattamento dell’ipertensione». I pazienti partecipanti allo studio, che presentavano una riduzione della funzionalità renale, non erano tuttavia interessati da un deterioramento cognitivo o una demenza riscontrata invece nelle persone con diagnosi di questo tipo, per cui i ricercatori ritengono che in questi casi vi sia ancora lo spazio per intervenire in modo efficace sul problema renale in modo da non far progredire il declino cognitivo. Una ragione in più per individuare e trattare per tempo e in modo adeguato la ridotta funzionalità renale. [lm&sdp] Foto: ©photoxpress.com/leafy 

mercoledì 17 ottobre 2012

MIRACOLO

Essere lucidi ,sereni , immersi nel presente. Banale, ma può sembrare difficilissimo. Non c'è una ricetta immediata per raggiungere questo stato di grazia. I bambini spesso ce l'hanno, ma in definitiva è un dono ,che può essere cercato, non cercandolo. Il qi gong e la meditazione, ma anche un lento passeggiare senza meta pregando con il cuore, senza aspirare a niente. E allora la meraviglia di essere immersi in un mondo dove davanti, sopra, dentro di te tutto è un miracolo.

venerdì 20 luglio 2012

Magie del qi gong

Spesso l'essere umano compie sforzi inimmagginabili per poter provare nuove emozioni. Viaggi, avventure pericolose,sports per i più forti . Alcool,giochi d'azzardo,droghe per i più deboli. Abbiamo più volte detto in queste pagine, che la ricerca degli eccessi ha come ultimo scopo quello di provare euforia, di aumentare in maniera squilibrata l'energia dell'elemento ''fuoco''. Siamo in piena estate e quest'anno l'elemento fuoco ha una particolare forza. Vorremmo così fare un piccolo gioco con i neofiti del qi gong. Proviamo per alcuni giorni a fare esercizi per aumentare il fuoco . Cosa succederà ? Chi sarà in deficit proverà una bella sensazione di benessere equilibrato, poi andando oltre, verso un'eccessiva stimolazione, comincerà a provare prima una sensazione di potenza ed euforia, poi nei giorni successivi un certo malessere, con vertigine,nausea e stanchezza. Vedrà così in maniera autoctona, cosa più o meno succede a chi magari,in questi giorni va alla ricerca di pericolosi paradisi artificiali. Ai praticanti di qi gong basterà eventualmente riequilibrare con acqua terra e metallo, per tornare a posto, e sperimentare una volta di più quanto le emozioni distorte non debbano governare la nostra vita. Gli altri purtroppo, una volta passata la sbornia penseranno che quella è la felicità e faranno di tutto per riprovarla, non ascoltando il proprio corpo che manderà segnali sempre più forti finchè non saranno ascoltati.

domenica 8 luglio 2012

BUONE VACANZE

L'uomo e' l' unico essere vivente capace di far male a se stesso. Il piu' intelligente e spesso piu' stupido di un batterio, perche' un unicellulare non cercherebbe mai una droga o di fumare. Ma comunque anche l' unico capace di poter fare anche molto bene a se stesso e agli altri . Perche' ? Perche' puo' scegliere il bene e il male. Perche' ha una coscienza, perche' ha un ' anima. E' estate , tempo di abbandoni di animali , ci uniamo all'appello contro l' abbandono dei cani ,pero' vorremmo aggiungere un appello contro l' abbandono di uomini soli, poveri , vecchi,malati,inutil, o ancora non nati. Anche se non fanno la tenerezza di un cucciolo e sono brutti, deformi, maleodoranti o scocciatori.

lunedì 16 gennaio 2012

LA MEMORIA


Spesso sentiamo lamentarsi gli individui che giungono alla nostra osservazione di avere problemi di memoria. Questo sintomo, essendo associato anche a problematiche neurologiche importanti, genera a volte timori nei soggetti che lo provano. Fortunatamente spesso è solo un sintomo funzionale che però acquisisce importante significato in energetica. La memoria a lungo termine (quella su fatti avvenuti nel passato) è gestita dall' energia del cuore. Di conseguenza una buona memoria remota sarà segno di una buona energia del cuore, al contrario il dimenticarsi facilmente di ciò che avvenuto un tempo, può significare deficit di fuoco. Discorso diverso va fatto per la memoria a breve termine che è gestita dall' energia renale. L' energia renale si esaurisce fisiologicamente con l'età ed è per questo che le persone anziane ricordano bene fatti avvenuti tanti anni fa, ma dimenticano ciò che hanno fatto il giorno prima. Nelle sindromi ansiose, abbiamo visto, che è il rene il meridiano debole. Da ciò possiamo dedurre che la smemoratezza e l' ansia possono essere facilmente presenti nelle debolezze renali come sintomi della stessa situazione energetica. Di conseguenza per migliorare la memoria a breve termine dobbiamo nutrire il rene.
Come ? Con tutti quei sistemi che ci offre la medicina energetica (compresa l' alimentazione) e che saranno diversi da soggetto a soggetto, ma che spesso coincideranno con quelli per l' ansia.
Parimenti coincideranno per quelli della depressione nei casi di smemoratezza per il passato

lunedì 9 gennaio 2012

VISIONE CRISTIANA DEL DOLORE


Per la nostra società, ciò che conta è l'efficienza, la produzione e soprattutto il consumo, noi siamo consumatori ma non solo di beni e prodotti, siamo consumatori di vita, "la vita va vissuta" dicono i giovani imbottiti di droghe sintetiche...in questa prospettiva che significato dare alla sofferenza e al dolore? Nessuno! il dolore è il non senso della vita è ciò che limita la mia efficienza, ciò che mi toglie il gusto di vivere e se esso è invincibile, cronico, inesorabile allora è meglio morire... la vita che si trasfigura nella sofferenza sbiadisce il suo misterioso significato e l'unica strategia difronte al dolore è la fuga, la sua soppressione ad ogni costo...anche a costo della vita.

Anche chi professa una religione vacilla difronte alla sofferenza, specialmente quella "innocente" dei bambini e quanti hanno perso la fede perchè travolti da un grande dolore (pensiamo a quei genitori a cui è toccato sopravvivere ai figli)?

Ma che cos'è il dolore? Mi sono posto molte volte questa domanda...ho cercato nei vangeli una risposta e con grande meraviglia non ho trovato parole: al contrario ho trovato Dio stesso che ha deciso di provare il dolore e la sofferenza

"uomo dei dolori che ben conosce il soffrire" Isaia 53,1-10

ho travato la Madre di Dio a cui è toccato seppellire suo Figlio e ungerne il corpo trafitto da infiniti dolori.

Se Dio stesso, nel suo Figlio Gesù, ha deciso di salvare l'umanità attraverso il dolore, vuol dire che il dolore ha un significato, che nessuno soffre inutilmente, che nessun dolore è inutile. Dio ha fatto della sofferenza uno strumento di salvezza e chiunque stia ora trafitto su un letto d'ospedale può contribuire anche con la sua immobilità e apparente inutilità a salvare il mondo, fosse anche quel piccolo mondo che gli sta vicino per assisterlo. Ciò che ai nostri occhi sembra inutile è invece prezioso, ciò che sembra impotenza è invece salvezza o meglio compartecipazione alla salvezza e questo può diventare sorgente d'acqua viva nel deserto della sofferenza

"Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" Col 1,24
Ma c'è dell'altro...nella Bibbia un intero libro è dedicato al dolore: è quello di Giobbe nell'Antico Testamento. Giobbe non è un personaggio reale ma la sua storia è la sintesi di ciò che gli ebrei avevano capito dell'esperienza del dolore. A Giobbe, come molti di voi sapranno, accadono una serie incredibile di avvenimenti, da ricco diventa povero, i figli muoiono uno dietro l'altro e alla fine anche lui si ammala e sta per morire; come se non bastasse arrivano anche alcuni rompiscatole a fargli delle domande per saggiare la sua fede (da qui il detto "sei paziente come giobbe") ma all'inizio del libro sembrerebbe già arrivata la conclusione
"Nudo uscii dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, benedetto il Nome del Signore" Gb 1,21
bhè tutto qui? Ovviamente no, tanto che siamo al primo capitolo...come a dire che difronte al dolore non ci può essere solo una cieca accettazione, c'è molto di più e infatti alla fine del libro, dopo aver provato ogni sorta di sofferenza Giobbe dice:
"Il mio orecchio aveva sentito parlar di te ma ora l'occhio mio t'ha veduto"
Nell'esperienza del dolore c'è quindi come un canale privilegiato per conoscere Dio: Dio si mostra a colui che soffre e a colui che soffre Dio dona se stesso.


Con il contributo di Fabio T. (insegnante di religione)
che ringraziamo e volentieri pubblichiamo

mercoledì 4 gennaio 2012

IL DOLORE


La nascita dei vari tipi di medicina nelle diverse culture e tempi ha avuto come principale movente quello di combattere il dolore. Sicuramente alleviare o togliere un dolore, di qualsiasi natura esso sia, costituisce un successo terapeutico che può fare la fortuna della medicina e del medico e spesso diviene l' obiettivo primario da raggiungere. Non a caso i farmaci più venduti nel mondo occidentale sono : gli antidolorifici per i dolori del corpo e gli ansiolitici e gli antidepressivi per quelli dell' anima. Eppure il dolore non andrebbe visto esclusivamente come un nemico. La sua funzione è spesso di alleato e di guida per ogni essere vivente. Se non avessimo dolore quando mettiamo inavvertitamente una mano sul fuoco, probabilmente la bruceremmo prima di ritrarla; così se non avessimo un dolore dopo una frattura del piede continueremmo a camminare fino a distruggerlo. Gli esempi potrebbero essere infiniti, e su questo piano tutti potrebbero essere d' accordo. Un po' più complicato il discorso diviene su altri tipi di dolore, per esempio su quelli psichici, dove la correlazione tra causa ed effetto non è sempre cosi' palese. Bach (l'inventore del sistema di cura basato sui fiori) diceva che ogni dolore se ne andrà quando diverrà inutile, ma la sua presenza deve farci trovare dentro di noi la risposta alla sua causa. Spesso ci sono situazioni emozionali e di dipendenza che causano conflitti tra il naturale flusso energetico e i blocchi che essi generano. Questa situazione è ben conosciuta in medicina energetica dove la localizzazione dei blocchi e la loro risoluzione costituisce l'essenza della pratica medica. Pertanto, più che anestetizzare un dolore, ci si prefigge di capirlo per poterlo rimuovere dall' origine ( quando possibile), giungendo cosi' alla vera guarigione. In conclusione un mal di testa passeggero e limitato può essere tranquillamente trattato con un analgesico, ma quando esso diviene frequente e persistente significa che il nostro organismo ci sta mandando dei segnali che richiedono attenzione, per poter capire e risolvere il problema, e non soffocarlo a ripetizione fino a causare nuovi malanni ( da farmaci), che si aggiungono e aggravano quello primario. E lo stesso dicasi per svariati malesseri più o meno gravi che condizionano la nostra esistenza

martedì 3 gennaio 2012

Demoni di moda


Confrontando con un certo distacco le generazioni umane susseguitesi negli ultimi decenni potremmo distinguerle anche sulla base dei draghi(peccati capitali) dominanti il pensiero dell'epoca. Il periodo bellico con le sue immani tragedie aveva esasperato negli animi degli uomini i sentimenti di ira e di rancore (invidia secondo il senso etimologico della parola) per cui l'odio tra individui aveva assunto connotati difficilmente immaginabili ai giorni nostri. La povertà e la fame provati, portarono alla fine del conflitto bellico ad un' accentuazione del desiderio di possesso materiale, con una corsa crescente all' accaparramento ed una conseguente avarizia, che si può riscontrare con risvolti quasi ridicoli in molti anziani di oggi che proprio in quegli anni sperimentarono la vera e propria fame. I giovani degli anni 50-60 sentirono invece un forte impulso all' affermazione personale. L'istruzione, con un certo sacrificio, era alla portata di molti e il desiderio di diventare ''qualcuno'' e di superare la precedente condizione di umili agricoltori costituì un forte impulso a salire sulla scala sociale. E' la generazione della superbia, dei grossi sacrifici sui libri e sul lavoro manuale. Sono gli attuali individui sopra i 60 anni che non a caso tengono stretto il potere acquisito nei vari campi , politico ,economico,culturale. I loro disturbi fisici sono quelli legati all'ipertensione, alle gastriti, all'abuso del fumo e agli altri che vedemmo trattando l'elemento metallo. I quaranta-cinquantenni attuali invece sono i figli delle discoteche, del sesso libero, dell' esaltazione del corpo e della giovinezza. Sono individui con disturbi sull' elemento acqua (vedi posts precedenti) con frequenti sindromi ansioso-depressive. Sono gli attuali consumatori di psicofarmaci, Viagra e medicina estetica. E il demone che si sta imponendo nelle nuove generazioni allora qual'è?


E' l'accidia. Droghe e alcool per stare sballati, computers e videogiochi per vivere un po' e solo virtualmente. Ore e ore davanti alla tv e internet a guardare la vita degli altri.




Secondo la visione taoista anche i demoni hanno una loro ciclicità e sembrerebbe che siano loro a dirigere la storia . E l'uomo cos'è un burattino in balia delle forze distruttive? Assolutamente no.Egli ha dentro la propria coscienza la possibilità di accedere alla Verità che lo rende libero e che Qualcuno nella storia gli ha anche rivelato.