
Un esempio per confermare tutto ciò può essere quello di una donna di cinquanta anni che abbiamo avuto in terapia in quest'ultimo anno. Ci raccontò, la prima volta, di aver passato diversi giorni in ospedale a causa di episodi di svenimenti e che erano stati imputati ad una severa anemia (emoglobina<9) mai evidenziata in precedenza. Dopo vari esami endoscopici furono esclusi sanguinamenti occulti e senza una vera diagnosi fu dimessa, con la raccomandazione di assumere ferro e di monitorare l'anemia. Proprio per contrastare i disturbi gastrointestinali secondari all'assunzione di ferro, giunse alla nostra osservazione. All'esame dei punti auricolari e dei polsi, in effetti, si evidenziava una forte carenza dell'elemento ''fuoco'' che tra l'altro è quello deputato alla formazione del sangue e alla fissazione del ferro. Chiedemmo se avesse assunto farmaci importanti nei mesi precedenti l'anemia e la risposta fu :'' proprio niente..solo l'Ignatia(prodotto omeopatico) la sera per dormire meglio, ma quella la prendevo da anni e forse ormai non mi faceva più niente. In questa risposta c'era la soluzione a questa strana storia clinica. Tra l' altro l'Ignatia era stata assunta alla diluizione 30 CH, che agisce in maniera profonda, lasciando conseguenze per anni. Ma in definitiva che cosa era successo? L'Ignatia è un prodotto che nutre l'elemento'' Acqua, e che probabilmente era adatto alla situazione iniziale della paziente, ma la continua assunzione nei vari periodi dell' anno, avevano spento gradatamente l'elemento''Fuoco. Si era venuta così a creare una anemia di tipo iatrogeno, e la conferma a tutto ciò fu fatta, ab iuvantibus, ribilanciando il quadro energetico con l'assunzione di Ferrum 30 CH, che ha risolto in maniera stabile l'anemia, senza ulteriore assunzione di ferro ponderale. Situazioni simili avvengono molto frequentemente, proprio a causa dell' ignoranza che regna intorno all'omeopatia, soprattutto nella classe medica occidentale, che ignora completamente la componente energetica dell'individuo.